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Viaggiare nel tempo in Firenze: La città delle arti e dei mestieri

18 Nov 2008

 

Arti e MestieriDalle origini del Comune alla signoria di Gualtieri di Brienne

 

di Piero Gualtieri

Pochissime sono le notizie certe riguardo alla nascita e al primo sviluppo delle Arti fiorentine. La tradizione cronachistica ne attesta la presenza già nella metà del XII secolo, ma la prima menzione nei documenti risale al 1182, quando compaiono in un atto i Consules mercatorum.

 

 

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Le Arti erano associazioni formate da magistri (vale a dire dai proprietari della bottega o dell’attività e non dai semplici garzoni o dai salariati) che svolgevano lo stesso mestiere. Per potersi iscrivere alla matricola dell’Arte, gli artigiani erano obbligati a superare un esame specifico, tenuto da membri dell’associazione, in cui dovevano dimostrare di conoscere bene il mestiere e le regole imposte dall’associazione stessa. Ogni Arte aveva infatti propri statuti , raccolte di leggi che regolavano i vari aspetti dell’attività: qualità e prezzi dei prodotti, salari dei lavoranti, ecc.


Ogni Arte era dotata di propri Rettori (generalmente chiamati Consoli) e di un proprio Consiglio, di cui facevano parte a turno tutti gli iscritti. I Consoli avevano il compito di rappresentare l’associazione nei consigli cittadini, e di giudicare le controversie interne all’associazione stessa. A tale proposito le Arti svilupparono nel corso degli anni dei veri e propri tribunali; il più importante era quello della Mercanzia , istituito nel 1312, chiamato a giudicare anche delle cause relative ai fallimenti dei mercanti.


Alla fine del XII secolo, quando le Arti sono attestate la prima volta, il Comune fiorentino è retto dai Consoli , magistrati dotati di compiti esecutivi, giudiziari e militari. Ad essi spettava la guida dell’esercito comunale in battaglia. I Consoli erano scelti fra i rappresentanti delle famiglie eminenti: in particolare accedevano al consolato i membri della militia, cioè quei cittadini che combattevano a cavallo nelle file dell’esercito comunale e che erano sufficientemente ricchi, esperti nell’uso delle armi, e socialmente influenti da poterselo permettere. Ad essi si contrapponevano i pedites, coloro (e erano la maggioranza) che nell’esercito combattevano invece a piedi. I membri delle Arti, seppure con qualche eccezione, rientravano in questa seconda categoria.


Con l’inizio del XIII secolo, e la crisi del regime consolare, si affermò un nuovo sistema istituzionale, centrato sulla figura di un singolo magistrato forestiero (il Podestà) dotato di ampi poteri e di due Consigli : un consiglio ristretto, o ‘di credenza’, e un consiglio allargato, ‘maggiore’ o ‘generale’. I rappresentanti delle Arti partecipavano di diritto a tali assemblee, in cui  si discutevano e approvavano le leggi del Comune. In questa fase i conflitti familiari fra i membri della militia favorirono la nascita delle due Parti Guelfa (legata al Papato) e Ghibellina (legata all’Impero), che presto polarizzarono l’intera cittadinanza.


Con la morte dell’Imperatore Federico II (1250) il Popolo (composto dalle Arti, dai rappresentanti delle vicinìe – sorta di contrade – e delle compagnie militari dei pedites) riuscì a prendere il potere, imponendo una propria struttura istituzionale. È questo il periodo del cosiddetto ‘Primo Popolo’ (1250-1260). Fu esso a creare nel 1252 il primo fiorino d’oro. Supremi magistrati sono ora gli Anziani, eletti fra i membri del gruppo popolare. Li affianca un Consiglio e un ufficiale forestiero, il Capitano del Popolo. La pesante sconfitta militare patita a Montaperti (1260) ad opera delle forze senesi e ghibelline causò l’abolizione delle istituzioni popolari.


Instauratosi grazie a una vittoria militare, il regime ghibellino venne rovesciato a causa di una sconfitta militare, quella subita a Benevento (1266) da Manfredi, figlio illegittimo di Federico, ad opera di Carlo d’Angiò. Nel maggio 1267 Firenze concesse formalmente la signoria sulla città a Carlo – come negli stessi anni facevano numerose città toscane e padane –, che durerà fino alla tarda estate del 1278. In questa fase il potere in città fu esercitato dalla Parte Guelfa, organismo egemonizzato dalle vecchie famiglie della militia .


Dopo un tentativo di pacificazione fra le fazioni cittadine promosso dal Papa tramite un suo legato, il Cardinale Latino, nel 1280, nell’aprile 1282 venne istituita la nuova magistratura del Priorato delle Arti. Composto da sei membri, uno per ciascuno dei Sestieri in cui era divisa la città, scelti fra i membri delle Arti, il Priorato riuscì in breve a imporsi quale ufficio di vertice del Comune.


Nel 1293 vennero promulgati gli Ordinamenti di Giustizia, complesso di norme  che ebbero il duplice scopo di compattare le Arti attorno a una comune piattaforma politica, e soprattutto di introdurre una pesante forma di discriminazione politica nei confronti delle vecchie famiglie (molte discendenti dai milites di inizio secolo; più altre che a tale gruppo si erano accostate, per stile di vita e interessi economici, nel corso dei decenni) che avevano gestito il potere in città per buona parte del Duecento. Agli esponenti di tali famiglie definiti  ‘magnati’ o ‘grandi’ – e per essere considerati tali era sufficiente annoverare nelle file della famiglia un cavaliere, o essere ritenuti magnati per pubblica fama –, gli Ordinamenti proibirono l’iscrizione alle Arti e dunque l’accesso al Priorato. E imposero una serie di divieti e di multe pesantissime volte a colpire lo stile di vita e lo status sociale dei magnati, i cui comportamenti improntati – secondo la critica di stampo popolare – ad atteggiamenti di ‘grandigia’ venivano stigmatizzati come antisociali.


Venne anche creato un nuovo ufficiale, il Gonfaloniere di Giustizia che divenne una sorta di settimo priore, e sancita la distinzione delle Arti in Maggiori (sette: Cambio, Calimala, Lana, Por Santa Maria, Medici e Speziali, Pellicciai, Giudici e Notai), Mediane (cinque: Beccai, Calzolai, Fabbri, Maestri di pietra e legname, Rigattieri), e Minori (nove: Vinattieri, Albergatori, Venditori di sale, olio, formaggio, Galligai, Corazzai e Spadai, Chiavaioli, Correggiai Tavolacciai e Scudai, Legnaioli grossi, Fornai). In questi anni le Arti rafforzarono anche il proprio ruolo sociale, gestendo in prima persona alcuni dei principali enti della città (ad esempio lo Spedale di San Gallo, in ambito assistenziale; l’Opera di Santa Maria del Fiore per quello architettonico e religioso).


Nel luglio 1295, dopo una rivolta armata dei magnati, furono promulgati alcuni ‘temperamenti’ agli Ordinamenti, il più importante dei quali fu quello che permise a membri della vecchia classe dirigente non inseriti nelle liste magnatizie di iscriversi alle Arti e dunque di accedere al Priorato (sono questi i cosiddetti ‘scioperati’, il più illustre dei quali fu Dante).


Non solo: pur risultando a lungo andare vincenti dal punto di vista politico – l’intento di estromettere dal potere coloro che lo avevano fino ad allora esercitato fu sostanzialmente raggiunto – gli Ordinamenti risultarono invece fallimentari per quanto riguardava il contenimento della violenza delle fazioni. Così, sul finire del secolo, secondo la tradizione a seguito di un conflitto originatosi all’interno di una famiglia guelfa pistoiese, le famiglie guelfe fiorentine si divisero in due schieramenti contrapposti, facenti capo alle famiglie dei Cerchi (i ‘Bianchi’, fra cui Dante), e dei Donati (i ‘Neri’), destinati questi ultimi a prevalere grazie all’intervento di Carlo di Valois, inviato alla fine del 1301 come paciere dal Papa Bonifacio VIII.


Alcuni anni dopo la nomina di un nuovo ufficiale forestiero,  l’Esecutore degli Ordinamenti di Giustizia (1306), che andò ad affiancarsi a Podestà e Capitano, e la creazione nel 1308 della Mercanzia (una sorta di federazione di cinque delle Arti maggiori: Calimala, Por Santa Maria, Lana, Cambio, Speziali), in una fase segnata dalla discesa in Italia del nuovo imperatore Enrico (Arrigo) VII, Firenze concesse la signoria a Roberto d’Angiò, che resse la città attraverso propri Vicari nel periodo 1313-1322.


I decenni successivi (in cui si segnala un nuovo periodo di sottomissione a un signore forestiero: Carlo di Calabria, 1326-1328) videro il progressivo consolidamento al potere del cosiddetto ‘popolo grasso’, vale a dire dei membri di quelle famiglie che costituivano l’élite (per ricchezza e prestigio) delle Arti maggiori cittadine, e che riuscirono sempre più a monopolizzare l’accesso al Priorato. La signoria di Gualtieri di Brienne (1342-1343), Duca d’Atene, appoggiata da quei settori della società cittadina (magnati e popolo minuto) che più risentivano di tale stato di cose, non riuscì a modificare la situazione.


Col progredire del Trecento si rafforzò del resto anche il ruolo delle Arti all’interno della società cittadina. Formate dagli strati più dinamici della cittadinanza, in molti casi segnate da un rapporto privilegiato con la scrittura (si pensi solo all’Arte dei Giudici e Notai), le Arti rappresentarono un formidabile ‘motore culturale’ per la città. Fu ad esempio nell’ambito delle Arti legate al commercio che si sviluppò un nuovo tipo di scrittura (la mercantesca), che si diffuse in seguito al resto della Toscana e dell’Italia. E furono le Arti a promuovere la costruzione di edifici e chiese che resero Firenze ancora più bella (La Loggia dei Lanzi, o ‘Loggia della Mercanzia’; la Chiesa di Orsanmichele).
{tab=Glossario}

 


Arte. Nella fonti documentarie è detta anche Societas o Universitas. Associazione formata da coloro che esercitavano una medesima professione, o svolgevano una medesima attività. L’iscrizione all’Arte era condizione necessaria per l’esercizio del mestiere. Ogni Arte aveva propri rettori, propri organi di rappresentanza, e propri statuti. Le Arti formalmente riconosciute a Firenze erano 21, divise in Maggiori (7) Mediane (5) e Minori (9).

 

Consigli. Erano le assemblee del Comune, chiamate a discutere e approvare le leggi. Il loro numero, la loro composizione, e le loro attribuzioni variarono nel tempo. Durante il periodo del Primo Popolo (1250-1260), per esempio, vi furono Consigli espressione del Comune e altri Consigli espressione del Popolo. Anche le Arti avevano propri Consigli.

 

Consoli. I Consoli furono la principale magistratura del Comune durante il XII secolo. Eletti in numero variabile, ad essi spettava il governo della città. Avevano anche compiti giudiziari, e guidavano in battaglia l’esercito comunale. Consoli erano chiamati anche i rettori di numerose Arti. Non ci sono dati certi sull’origine del nome, probabilmente scelto in ricordo dell’antica magistratura romana.

Fazioni. Da non confondersi con i moderni partiti politici, le fazioni erano dei raggruppamenti contrapposti di famiglie originati da contrasti di natura personale, economica, sociale, politica. Esempi famosi: Guelfi e Ghibellini; Bianchi e Neri.

Matricola. La matricola era la lista dei membri di un’Arte. Per potersi iscrivere era necessario superare un esame tenuto da un’apposita commissione. Una volta superato l’esame, si era poi tenuti a pagare una quota annuale di iscrizione, pena l’esclusione dall’Arte stessa.

Mercanzia. Si tratta di una sorta di federazione fra cinque delle Arti Maggiori della città (Calimala, Por Santa Maria, Lana, Cambio, Speziali), che condividevano l’impegno nel settore mercantile. Dotata di un proprio ufficiale forestiero e di un proprio tribunale, la Mercanzia divenne in breve uno degli organismi più importanti della città.

Milites. Erano coloro che combattevano a cavallo nell’esercito comunale. Non erano necessariamente dei ‘cavalieri’ in senso stretto (vale a dire che non sempre erano stati investiti cavalieri con la specifica cerimonia), ma erano abbastanza ricchi da potersi permettere un cavallo da guerra e il relativo equipaggiamento. Le famiglie di milites condividevano generalmente un medesimo stile di vita, improntato ai valori cortesi e militari.

Popolo. Con Popolo si intende quella parte della popolazione cittadina che trovava la propria espressione politica nel movimento delle Arti, nelle vicinìe, nelle compagnie militari cittadine, e si contrapponeva alle vecchie famiglie di milites che avevano dato vita alla Societas Militum.

Signoria. Si intende per Signoria la concessione del potere assoluto di guida della città a una singola persona, o a un gruppo di persone. Tale concessione poteva essere temporanea o illimitata, assoluta o circoscritta a precisi ambiti e situazioni. Nel linguaggio politico fiorentino era identificato con il termine ‘signoria’ anche il collegio dei Priori, probabilmente per sottolinearne l’importanza nella struttura istituzionale del Comune.

Statuti. Per Statuti si intendono quei complessi di norme che il Comune riconosceva come particolarmente importanti per la propria esistenza, e che erano raccolte in appositi codici. Anche le Arti avevano propri Statuti, che regolavano la vita dell’associazione negli aspetti più minuti.
 

{tab=Gallery}

 

Gruppo di pedites fiorentini, da: Museo del Figurino Storico

 Gruppo di pedites fiorentini, Museo del Figurino Storico, Calenzano
[da: Museo del Figurino Storico
Tutti i cittadini fiorentini, in caso di guerra, erano chiamati a combattere nelle fila dell’esercito comunale. Solo i più ricchi, però, potevano permettersi cavallo ed equipaggiamento da cavaliere. Gli altri (i pedites appunto) combattevano a piedi.

 

Cavaliere fiorentino. Da: Museo del figurino storico

 Cavaliere fiorentino, Museo del Figurino Storico, Calenzano
[da: Museo del Figurino Storico]

  I cavalieri (o milites) rappresentavano le truppe scelte dell’esercito comunale. Essi erano anche i cittadini più importanti dal punto di vista sociale.

 

Torre. ‘Casa di Dante’. Da: dkimages Torre. ‘Casa di Dante’, particolare 
[da: dkimages]

  I milites, che spesso erano in lotta fra di sé, edificarono in città numerose torri, veri e propri presidi militari che venivano utilizzati durante gli scontri con i rivali. 

 

Bargello, particolare. Da: SkyscraperCity

 Palazzo del Bargello: particolare della Torre
[da: SkyscraperCity]

Il Palazzo venne edificato a partire dal 1250, come sede dei Consigli e delle magistrature del Popolo. In seguito divenne la dimora del Podestà e del suo seguito.

 

Stemmi delle Arti. Da: WikipediaStemmi delle Arti, Palazzo Siri Ferroni, particolare (1)
[da: Wikipedia]

Gli stemmi delle Arti Maggiori e Mediane di Firenze.

 

 

Stemmi delle Arti. Da: WikipediaStemmi delle Arti, Palazzo Siri Ferroni, particolare (2)
[da: Wikipedia]

Gli stemmi delle Arti Mediane e Minori di Firenze.  

 

 

Botteghe medievali. Da: G.Casagrande

Botteghe medievali.
Particolare dal Ciclo del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti, Palazzo Pubblico, Siena

[da: G.Casagrande]
Le botteghe degli artigiani si trovavano generalmente al piano terra degli edifici e si aprivano direttamente sulla strada

   

Loggia dei Lanzi. Da: WikipediaLoggia dei Lanzi, già della Mercanzia 
[da: Wikipedia]

La Loggia venne edificata dalla potente Mercanzia fiorentina, unione di cinque delle Arti Maggiori della città.

 

 

La Chiesa di Orsanmichele. Da: SkycraperCityLa Chiesa di Orsanmichele e il Palagio dell’Arte della Lana 
[da: SkyscraperCity]

In origine sede del mercato cittadino del grano, la Chiesa di Orsanmichele divenne nel Trecento la ‘Chiesa delle Arti’ fiorentine.

 

San Giorgio. Da: annairobert.wordpress.comSan Giorgio. Scultura in bronzo di Donatello, Orsanmichele 
[da: annairobert.wordpress.com]

La statua fu commissionata a Donatello dall’Arte dei Corazzai, per l’esterno di Orsanmichele. Le Arti contribuirono in vari modi al progresso culturale e artistico della città.

 

{tab=Temi di approfondimento}

 

1.      Il Comune consolare fra Milites e Pedites


2.      Guelfi e Ghibellini


3.      Il Priorato come ufficio di vertice del Comune


4.      Firenze e la Signoria forestiera


5.      L’organizzazione istituzionale delle Arti


6.      La bottega dell’artigiano


7.      Il ruolo delle Arti nella cultura cittadina
 

{tab=Bibliografia}

 

Davidsohn R., 1956, Storia di Firenze, 8 voll., Firenze, Sansoni (ed. or.: Geschichte von Florenz, 4 voll., Berlin, 1896-1908)


De Rosa D., 1995, Alle origini della Repubblica fiorentina: dai consoli al primo popolo (1172-1260), Firenze, Arnaud


Diacciati, S., 2006, Popolo e regimi politici a Firenze nella prima metà del Duecento, in «Annali di Storia di Firenze», I, pp. 37-81
(http://www.dssg.unifi.it/SDF/annali/2006/Diacciati.htm)


Doren A., 1940, Le Arti fiorentine, 2 voll., Firenze, Le Monnier (ed. or.: Studien aus florentiner Wirtschaftsgeschichte, 2 voll., J. G. Gotta, Stuttgart, 1901-1908)


Faini E., 2006, Il convito del 1216. La vendetta alla base del fazionalismo fiorentino, in «Annali di Storia di Firenze», I, pp. 9-36 (http://eprints.unifi.it/archive/00000978/02/01_SdF_1_2006_Faini_saggi.pdf )


La grande storia dell’artigianato. I: Il Medioevo, 1998, Firenze, Giunti


Guidi G, 1981, Il governo della città repubblica di Firenze del primo Quattrocento. I: Politica e diritto pubblico, Firenze, Olschki

Najemy, N., 2006, A History of Florence, Oxford, Blackwell   


Raveggi S., Tarassi M., Medici D., Parenti P., 1978, Ghibellini, Guelfi e Popolo grasso. I detentori del potere politico a Firenze nella seconda metà del Dugento, Firenze, La Nuova Italia

{tab=Percorsi Web}

 

? Sull’archeologia a Firenze si può consultare il sito dell’Università di Siena, dove si trovano informazioni (immagini e  contributi scaricabili) sui recenti scavi di Palazzo Vecchio, Magliabechiana e Via Castellani:
http://www.archeofirenze.unisi.it/

? Per i prodotti multimediali su Firenze medievale, scaricabili dallo stesso sito:
http://www.archeofirenze.unisi.it/mediacenter.html

? Per la cronologia, prodotta da Storia di Firenze. Il portale per la storia della città:
http://www.dssg.unifi.it/SDF/cronologia/medioevo.htm

? Schede e materiali anche iconografici di approfondimento sono disponibili nel Portale del Museo dei Ragazzi:
http://www.museiragazzifirenze.it/materiale.html

? E anche sul sito:
http://www.valsesiascuole.it/crosior/1medioevo/comune.htm

? Per articoli, volumi, approfondimenti sulla storia comunale e medievale in genere si veda:
http://www.retimedievali.it/

 

{tab=Domande di verifica}


1.Qual era la struttura dell’esercito comunale?


2.Quali furono le modifiche operate a livello istituzionale nei primi anni del XIII secolo?


3.Quali furono le cause del conflitto di fazione fra Guelfi e Ghibellini?


4.Descrivi le principali caratteristiche del governo del ‘Primo Popolo’


5.Qual era il ruolo del Priorato all’interno del Comune?


6.Quali furono gli scopi degli Ordinamenti di Giustizia?


7.Come erano suddivise le Arti fiorentine?


8.Quanti e quali furono i signori forestieri di Firenze? In quali anni venne loro attribuito il potere?


9.Quale fu il periodo di predominio del cosiddetto ‘Popolo grasso’? Come si concretizzò tale predominio?


10.Descrivi la struttura istituzionale delle Arti?

 

{/tabs}


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