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Il Primo Atto di Aida

9 Gen 2011

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Atto Primo -Scena prima

Sala del palazzo del re a Menfi. A destra e a sinista, una colonnata con statue e arbusti in fiore. Grande porta sul fondo, da cui si scorgono i templi, i palazzi di Menfi e le piramidi. Ramfis, capo dei sacerdoti, annuncia a Radamès, valoroso capitano dell’esercito faraonico, una nuova invasione degli Etiopi.

Già Iside ha nominato il condottiero delle truppe reali e presto il re ne rivelerà il nome. Radamès sogna di essere il prescelto, per ritornare dall’impresa carico di gloria e per ridare una patria alla donna che, riamato, ama: Aida, figlia del re d’Etiopia, caduta in mani egiziane (“Se quel guerrier io fossi!… Celeste Aida”). Ma di Radamès è invaghita anche la figlia del re d’Egitto, Amneris, che sospetta nella schiava una umiliante rivale e cerca di scoprire, attraverso abili sondaggi, la verità: ad Aida rivolge false parole di affetto (“Vieni, o diletta”), a Radamès sguardi insieme innamorati e indagatori. Un messaggero porta intanto la notizia che gruppi di etiopi, guidate dal loro re Amonasro, hanno varcato i confini e marciano su Tebe. È la guerra. Al cospetto delle guardie, dei capitani, dei ministri e dei sacerdoti, il re annuncia il nome dell’eroe designato: Radamès. Esultano i presenti, ma non Aida che, combattuta tra l’amore per il padre e la passione per il più temibile dei nemici, chiede aiuto ai numi (“Ritorna vincitor… Numi, pietà del mio soffrir”), osservata a distanza dall’accorta Amneris.

Atto primo – Scena seconda

Interno del tempio di Vulcano a Menfi. Una luce misteriosa scende dall’alto. Una lunga fila di colonne, l’una all’altra addossate, si perde fra le tenebre. Statue di varie divinità. Nel mezzo della scena, sovra un palco coperto di tappeti, sorge l’altare sormontato da emblemi sacri. Dai tripodi d’oro s’innalza il fumo degli incenzi. Sacerdoti e sacerdotesse, Ramfis ai piedi dell’altare. A suo tempo Radamès. Si sente nell’interno il canto delle sacerdotesse accompagnate dalla arpe.
Fra danze mistiche e invocazioni agli dèi (“Possente Fthà”), in una fuga di colonne che si perde nelle tenebre, Radamès, il capo velato d’argento, riceve da Ramfis la spada che lo consacra capo dell’esercito egiziano.
 


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