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Museo che vai? Civiltà che trovi

30 Apr 2009 di PortaleRagazzi.it

 Pubblico l'articolo che mi ha spedito la 5^B della Scuola Primaria Statale Nazario Sauro di Firenze dopo l'esperienza dei laboratori di didattica archeologica "Picchetto l'Archeologo"

Salve! Oggi noi,classe 5aB, siamo andati al museo Archeologico di Firenze. Abbiamo visitato la zona greca ed etrusca e ci ha guidato Federica. Un po' di tempo fa è venuto qui a scuola Marco e  ci ha fatto vedere dei filmati sul sito www.portaleragazzi.it. Questo sito è stato creato da un gruppo di esperti del museo. C'erano sei filmati che raccontavano: del banchetto, dello scavo, dell? esposizione museale,del commercio, del restauro e delle armi. Il tutto parlava sia dei greci che degli etruschi. I filmati erano resi simpatici da nonno Piccone accompagnato dal nipotino Picchetto. Ed ora vi raccontiamo che cosa abbiamo visto al museo.

Per i Greci il banchetto (la cena) era il pasto più importante della giornata, mentre la colazione e il pranzo erano composti di cibi frugali. Mangiavano semisdraiati su dei lettini chiamati triclinali. Al banchetto partecipavano solo gli uomini che discutevano di politica con le etere;infatti le mogli cenavano nel gineceo con i propri figli. Il banchetto dei ricchi era un'occasione per  mangiare cibi e salse che i poveri invece non mangiavano mai perché non se li potevano permettere; quindi erano cibi pregiati che spesso erano importati da altri paesi.

Gli ospiti invitati al banchetto portavano da casa del cibo che riponevano in una cesta che veniva attaccata al soffitto. Durante il banchetto si beveva il vino che, d'inverno, veniva mescolato con acqua calda e, d'estate, con acqua fredda o con la neve. Alla fine del banchetto, gli ospiti portavano via gli avanzi. Dopo il banchetto c'era il simposio, dove si facevano giochi, ad esempio: si prendeva un rametto di ulivo o di mirto e si cantava un pezzo di canzone inventata (spesso romantica) che avesse un senso logico, poi si passava il rametto ad un'altra persona che doveva continuare la canzone dandole sempre un senso logico. Durante il simposio si bevevo vino allungato con acqua, in chiliks  sempre più grandi a seconda di quanto uno era ubriaco. Il simposio non veniva fatto tutte le sere, ma in occasioni particolari, e finiva all'alba!!

Il cibo etrusco era molto importante nell'antichità, anche se era molto povero. Per i nobili il cibo era più sostanzioso, invece per i poveri era più scarso; infatti  i più poveri non avevano abbastanza soldi per comprare i cibi più costosi perché, con i soldi che rimanevano dovevano pagare le tasse. A differenza di quelle greche, le donne etrusche partecipavano ai banchetti, con i propri fidanzati o sposi. Gli antichi etruschi per i banchetti usavano molti tipi di vasi, piatti, bicchieri,stoviglie e molti utensili da cucina. I crateri di solito erano usati per contenere il  vino; il più grande cratere mai ritrovato venne chiamato Francois dal nome dell'archeologo che lo aveva ritrovato. Questo cratere era di manifattura greca ma fu ritrovato in una necropoli etrusca; sul cratere è rappresentata la vita di Achille, dalla nascita alla morte. Esso però non venne usato come contenitore, a causa delle sue grandi dimensioni. Era infatti un oggetto prezioso, con funzione ornamentale. Al simposio la gente beveva, ballava, cantava e delle volte addirittura rimaneva sveglia fino all'alba. Ad una certa ora, come nel simposio greco, anche in quello etrusco c'era la consuetudine di cantare improvvisando i versi e passandosi di mano in mano un rametto di olivo o di mirto. Su una ciotola infatti vediamo rappresentato uno di questi 'cantautori' con in mano un rametto di ulivo e con le parole d'amore che gli escono dalla bocca come in un fumetto. Gli ospiti portavano da  casa cibi'precotti'e poi, alla fine del banchetto, raccoglievano gli avanzi per poi mangiarseli a casa.

Nell'ultima tappa del percorso, siamo stati in una stanza, dove Mario e Naomi ci hanno spiegato come effettuare uno scavo archeologico. Sul pavimento c'era un reticolo con  otto quadrati pieni di sabbia; per ogni quadrato c'erano due bambini muniti di un secchio pieno di attrezzi di cui: una cazzuola che serviva per raccogliere la sabbia che era dentro il quadrato, una paletta per raccogliere la sabbia che veniva presa con la cazzuola e versata nel secchio,un sacchetto di plastica per metterci i reperti più piccoli. I reperti più grandi venivano lasciati al loro posto. I reperti potevano essere fatti di quattro materiali: ceramica, granito, osso e metallo. Si potevano trovare vasi, pezzi di carbone e altro ancora. Per registrare i reperti sul foglio bisognava misurare la parte di terreno corrispondente al quadrato della scheda, che ci era stata assegnata.

Due bambine della nostra classe hanno fatto la setacciatura, che avveniva versando la sabbia, che era dentro al secchio, in una rete di ferro, dove i reperti più piccoli rimanevano intrappolati e la sabbia cadeva a terra; la maggior parte dei reperti trovati erano sassi normali; a parte dei pezzetti di carbone e di ceramica. Dopo le setacciature abbiamo continuato a scavare; ma a un certo punto Mario ci ha interrotti, per dirci che stava arrivando il pulmino. Ci siamo preparati e appena messi in fila Mario ci ha dato un libro intitolato 'Il diario di Ulisse'. Usciti dal museo c'era il pulmino ad aspettarci; siamo saliti e siamo arrivati a scuola. Per la nostra classe è stata l'esperienza più bella di tutto l'anno.

A cura della 5^B della Scuola Primaria Statale Nazario Sauro di Firenze


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