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Simulazioni di scavo al Museo Archeologico Nazionale di Firenze

8 Feb 2009 di PortaleRagazzi.it

kit per simulazione di scavo La Sezione Didattica del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (MANF), ha avviato delle simulazioni di scavo, dedicate ai bambini, per far conoscere "dal vivo" il mestiere dell'archeologo.

L'iniziativa si svolge nell'ambito del progetto dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze "Picchetto L'Archeologo. Internet e Archeologia " per :Portaleragazzi.it, in collaborazione con l'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze, Le Chiavi della Città, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e l'Agenzia di servizi per lo spettacolo sideWAYS. Pubblico la relazione dell'archeologo responsabile del progetto Mario Ettore Bacci.

Per parafrasare il linguaggio dell'archeologo, talvolta è necessario 'interfacciarsi' tra realtà virtuale  e, se non altro, realtà simulata. In epoca digitale, con l'utilizzo ormai disinvolto del computer, è opportuno che i ragazzi, e non solo, si sporchino ogni tanto anche le mani di terra. Lo scavo simulato può diventarne un'occasione, mantenendo l'aspetto ludico senza rinunciare a quello scientifico.

Il laboratorio di scavo simulato è destinato agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado ed è preceduto da una lezione frontale teorica con la proiezione di un video che introduce alle tecniche archeologiche di recupero dei dati e ai metodi di studio interdisciplinari ed interpretazione, quindi, una visita al Museo Archeologico di Firenze. Si tratta di un'iniziativa che consente alle scolaresche un'approccio alla dimensione della Storia Antica trasferita su un piano pratico. Il contatto con i reperti conduce alla loro comprensione: dal momento del rinvenimento, alla catalogazione, pubblicazione ed esposizione museale.

Le fasi dell'attività sono:

  • Ricerca dei reperti (ceramici, ossei, metallici, lapidei ecc.)
  • Individuazione con le coordinate cartesiane, misurazione della quota
  • Restituzione grafica, recupero e conservazione
  • Setacciatura del terreno
  • Preliminare interpretazione dei rinvenimenti


L'area di scavo è simulata da una cassaforma di un estensione di 3m x 3 e ca. 25 cm  di altezza, con una base in multistrato direttamente collocata sul pavimento. Essa contiene attualmente sabbia e lenti di limo scuro. Al suo interno sono state costruite alcune strutture: un paramento murario, una zona di fuoco, buche ecc. I ragazzi operano in numero di due per ciascun quadrato lungo tutto il perimetro. Per ottimizzare lo spazio, il quadrato centrale (altrimenti inutilizzabile) è occupato da un cubo in plexiglas dove è stata riprodotta un stratigrafia artificiale visibile sui quattro lati. Le unità sono contraddistinte da numeri ed evidenziate a colori.

Il kit a disposizione è composto da una caldarella, un metro a stecca, una cazzuola, un pennello, una cassetta, una scheda con penna e lapis, sacchetti di naylon, un setaccio.

Due ragazzi collaborano in uno stesso quadrato e vengono affidati loro compiti interscambiabili: mentre si scava e recupera i reperti,  si avvia la documentazione sino all'interpretazione finale dei dati.

Lo scavo, pur avvenendo poco sotto la superficie del terreno, (per consentirne il suo riutilizzo)  permetterà  di  estrapolare i  dati stratigrafici essenziali e le relative relazioni 'fisiche',  riassunte con   il metodo metrix semplificato. Questo consentirà loro di collocare i reperti (riproduzioni litiche, vascolari, metalliche ecc.) in una precisa sequenza temporale, dalla quale evincere alcuni aspetti della vita quotidiana, l'organizzazione sociale, gli usi ed i costumi dei secoli passati.

Questa specifica attività pratica, seppure come primo approccio, è finalizzata a sviluppare le proprie attitudini e capacità relazionali, lo spirito 'investigativo', la percezione visiva e tattile, nonché le abilità manuali, mediante un corretto supporto metodologico. Pur mantenendo un aspetto ludico, l'attività, per quanto parziale, deve subordinarsi, quindi, a precise regole avvalendosi delle correnti tecniche di scavo.

Lo scavo è inteso come ricerca, talvolta, anche distruttiva (durante , per esempio, l'asportazione del terreno). Conseguente è l'importanza della documentazione nelle diverse fasi, affinchè un reperto da testimone muto ci sveli parte di una memoria  collettiva. Memoria tessuta talvolta da accadimenti quotidiani o eventi storici le cui trasformazioni non sempre si coniugano con il termine progresso.

A cura del Dott. Mario Ettore Bacci per i Servizi Educativi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Continua l'avventura dell'Archeologia con Picchetto l'Archeologo.


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