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Da grande, voglio fare l?archeologo!

17 Mag 2009 di PortaleRagazzi.it

 Pubblico l'articolo che mi ha spedito la IG della Scuola Giosué Carducci di Firenze dopo aver partecipato ai laboratori "Picchetto l'Archeologo"

L'eccitazione aveva reso quella mezzora, che ci separava dalla partenza, veramente lunghissima. Avremmo fatto gli archeologi in uno scavo preparato per noi? Quando si va?' 'Non è che facciamo tardi?' questo era il tenore delle domande mentre avremmo dovuto pensare ad altro. Non si erano neppure tolti le giacche 'tanto, alle 8.30, si va?'. E poi, finalmente, ordinatamente, ci incamminiamo verso il Museo Archeologico. Eccoci qua.

La visita, nonostante la fibrillazione per l'evento finale, ha appassionato tutti. I pezzi più amati sono stati il sarcofago di Laerthia Seianti e il vaso Francois (o Fransuà, come qualcuno ha scritto?). Cito dalle relazioni '[?] un bellissimo sarcofago, tutto scolpito e ben dipinto (anche se adesso, gran parte del colore è andata via) e sopra c'era la scultura del defunto, una donna, Laerthia Seianti, perché il suo nome era scolpito sul bordo. Lei doveva essere una donna molto ricca, perché è rappresentata con anelli, collane, sandali e un bel vestito'. E ancora '..i suoi capelli sono acconciati, quasi formando una crocchia e ha un velo che le copre il resto dei capelli. Regge un piatto e si appoggia su un cuscino'.

Il vaso 'che può prendere il nome di 'cratere' , è stato ritrovato nell'800, in una tomba etrusca'; 'è decorato in modo meraviglioso, anche se è stato ritrovato, purtroppo, in tanti pezzi.' 'Nel vaso c'era il vino allungato con l'acqua, mentre sopra ci sono molte figure e scritte (anche gli autori 'Ergotio imi ha costruito, Clizia mi ha decorato-). Le figure rappresentano scene della mitologia greca che a me piace tanto'.

Per facilitare il passaggio all'operazione di scavo, Picchetto e nonno Piccone, ci hanno dato una mano: 'In questo filmato veniva spiegato, come gli oggetti ritrovati, prima di essere esposti vengano controllati, restaurati e catalogati da personale altamente specializzato'.

Infine siamo arrivati lì 'nella sala, dove vi era un enorme quadrato pieno di sabbia, che a sua volta era diviso in otto quadrati. Abbiamo provato a comportarci da vere e proprie archeologhe e ci siamo divertite molto a trovare reperti etruschi, con strumenti usati dalle persone che fanno di lavoro gli archeologi'. 'Quello che ho imparato è che non si fanno buche, ma che bisogna scavare facendo restare tutto in piano. Lo scavo veniva fatto a coppie: uno scavava con una paletta per togliere della sabbia che poi metteva nel secchio e se trovava un oggetto, doveva togliere la sabbia in avanzo con un pennello. Prima di estrarre il reperto dal sito, l'altro appuntava (su un foglio quadrettato e orientato come lo scavo) la posizione, la grandezza, la forma e la profondità dell'oggetto trovato'.

'La cosa che mi è piaciuta di più, di questa gita, è stata il laboratorio perché ci ha permesso di vivere un'esperienza nuova, quella dell'archeologo. i è dispiaciuto, però, non poter portare a casa per ricordo gli oggetti ritrovati'.

L'ultima frase, che ci ha fatto sorridere, è stata 'Ma prof, questi oggetti che abbiamo trovato, sono veramente reperti etruschi?'.

Siamo usciti lasciandoli nel dubbio.

A cura della IG della Scuola Secondaria di Primo Grado Giosué Carducci di Firenze


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