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Le alluvioni dell'Arno

7 Apr 2011 di PortaleRagazzi.it


La pioggia, a parte un po' di fastidio, è di solito una benedizione. Insieme al sole, è ciò che rende bello e vivibile l'ambiente. Aiuta le piante a crescere, rifornisce di acqua fiumi e pozzi.

Dalle nostre parti non sempre piove nello stesso modo.
In inverno, piove soprattutto leggero leggero, e per quasi tutto il giorno.
In primavera e in estate capita che piova all'improvviso: un grande scroscio d'acqua, e poi, dopo un'ora o anche meno, torna il sereno.
D'autunno può capitare, molto più raramente che piova tanto, molto intensamente, e per parecchie ore. A volte, per più di un giorno. E allora i nostri fiumi,  si ingrossano, anche piuttosto in fretta, gonfiano d'acqua e fanno davvero paura.

Quando le piogge sono davvero eccezionali, per durata e per intensità, può accadere che il fiume straripi:  allaga i campi circostanti nei tratti pianeggianti, supera gli argini, o addirittura li rompe. E allora anche le città possono essere allagate.
I corsi d'acqua però non si comportano tutti allo stesso modo:
Questo succede più di frequente e più in fretta per i fiumi più piccoli, ovvero per i torrenti, i fiumi più piccoli, passano da uno stato di magra a uno stato di piena in poche ore.
I fiumi veri e propri, quelli grandi e belli larghi, aumentano il loro livello solo dopo qualche giorno di pioggia continua.

L'Arno, però, si comporta come un torrente con ambizioni di fiume: gli 12-16 ore di pioggia intensa, perché all'improvviso si risvegli, e diventi un fiume in piena davvero minaccioso. Di solito non succede nulla di grave: l'Arno gonfia,  fa parecchio spavento; poi smette di piovere, e il fiume cala, lentamente.
Ma di alluvioni dell'Arno, Firenze ne ha viste parecchie: negli ultimi 1000 anni, almeno 56. E di queste, 8 sono state eccezionali, come quella del 4 novembre del 1966, che i genitori e i nonni di sicuro ricordano. Fu un alluvione spaventosa, che causò quasi quaranta morti, distrusse case e negozi, e danneggiò gravemente tante opere d'arte. Tutto il mondo si commosse a vedere Firenze sott'acqua. E da tutti i continenti vennero giovani volontari che furono chiamati “gli angeli del fango”, per aiutare i fiorentini a recuperare i loro capolavori e a tornare alla normalità.  

Di queste alluvioni abbiamo tanti ricordi, sparsi un po' in tutta la città: ci sono tantissime targhe, che segnano il livello dove è arrivata l'acqua che ha allagato Firenze. E non solo dell'alluvione del 1966, ci sono targhe anche della piena del 1844, di quella del 1557, e addirittura della piena del 1333 – quella in cui l'Arno distrusse addirittura il Ponte Vecchio! Queste targhe sono molto utili, perché ci ricordano che il pericolo dell'alluvione esiste sempre e che bisogna lavorare per mettere in sicurezza le persone, le cose e le tante opere d'arte della nostra città dalla prossima piena.

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